La danzaterapia è un’arteterapia nella quale il terapista utilizza il corpo e il movimento come mezzo primario per raggiungere gli scopi terapeutici. È quindi una tecnica di riabilitazione che utilizza l’espressività corporea per regolare le emozioni e regolare il sé psicofisico dell’individuo.
Questo libero movimento creativo migliora la comunicazione con se stessi, con gli altri e con l’ambiente accrescendo l’armonia tra lo spazio esterno e la rappresentazione interiore dello stesso. Lo scopo che ci prefiggiamo è proprio quello di riappropriarci di qualcosa di naturale, che è dentro di noi, da utilizzare per capire noi stessi e gli altri.
La metodologia di lavoro proposta prevede che ogni partecipante “si metta in gioco” non limitandosi ad imparare tecniche o esercizi, ma accettando di fare un’esperienza unica che può far evolvere profondamente la dimensione della relazione, abbattendo le barriere che fanno sentire chi non comunica come noi un diverso.
La metodologia di Maria Fux fruisce dall’energia, dal peso, dalla forma, dal colore dello spazio e del tempo. La Fux piega il simbolismo del gesto all’esperienza terapeutica.
Paola de Vera d’Aragona, simbolista e DanzaMovimento Terapeuta ha ideato la DMT in chiave simbolica® che è un originale Modello di intervento terapeutico che si è strutturato agli inizi degli anni 80 e che affonda le sue radici nei concetti di Simbolo, Archetipo ed Immagine (Jung) da un lato e poggia sul contributo della Psicologia Transpersonale di Maslow e di Wilber dall’altro. Si ispira anche al concetto di Medicina Archetipica (Ziegler).
In un’ottica psicosomatica l’inconscio è “psichico” e “corporeo”: il linguaggio dinamico del corpo – il movimento – è strettamente legato alla sfera interiore che “rappresenta” in forma simbolica. Il corpo, visto in chiave simbolica (Morelli, Frigoli), è composto di organi ed apparati che sono “depositi” di Archetipi, entità universali somatizzate che si collocano in quell’eterno presente in cui regnano, intessuti dall’analogico, il Mito, la Fiaba ed il Rito. Estendendo tale concetto si potrebbe, in una sorta di amplificazione analogica, vedere la malattia come un mitologema, come un tema rituale.
Ogni funzione corporea è uno stato di coscienza – forse inconscio – ma tuttavia presente: la patologia sarebbe allora la metafora della storia personale del soggetto, sarebbe cioè il tentativo di “scorporare” parti del corpo pregne della loro componente emotiva facendole vivere autonomamente (concetto di dimensione d’organo). In Terapia viene dato loro spazio e “voce” per coglierne il messaggio: il corpo ritrova così la sua capacità di raccontarsi.
La DMT in chiave simbolica® viene utilizzata nella patologia psicosomatica oltre che nella patologia psichiatrica, nel disagio psicologico ed in Area Riabilitativa, Socio-Educativa e Preventiva.